Proprio nello stesso anno in cui è nato il Club per l’UNESCO Ticino, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottò la Dichiarazione del Programma d’azione su una cultura di pace.
In quella dichiarazione, l’organismo più inclusivo delle Nazioni Unite ha riconosciuto che la pace “non solo è l’assenza di conflitti, ma richiede anche un processo partecipativo positivo e dinamico in cui il dialogo è incoraggiato e i conflitti sono risolti in uno spirito di comprensione reciproca e cooperazione”.
In un mondo caratterizzato da crescenti tensioni geopolitiche e conflitti prolungati, non c’è mai stato un momento migliore per ricordare come l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite si è riunita nel 1999 per definire i valori necessari per una cultura di pace. Tra questi figurano: il rispetto della vita, dei diritti umani e delle libertà fondamentali; la promozione della nonviolenza attraverso l’educazione, il dialogo e la cooperazione; impegno per la soluzione pacifica dei conflitti; e adesione alla libertà, alla giustizia, alla democrazia, alla tolleranza, alla solidarietà, alla cooperazione, al pluralismo, alla diversità culturale, al dialogo e alla comprensione a tutti i livelli della società e tra le nazioni.
Nelle risoluzioni successive, l’Assemblea Generale ha riconosciuto ulteriormente l’importanza di preferire i negoziati al confronto e di lavorare insieme e non gli uni contro gli altri.
La Costituzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) parte dal concetto che “le guerre iniziano nella mente degli uomini, quindi è nella mente degli uomini che devono essere costruite le difese della pace”. È questa nozione che ha inquadrato il tema e il logo dell’osservanza della Giornata Internazionale della Pace di quest’anno. Le idee di pace, la cultura della pace, devono essere coltivate nelle menti dei bambini e delle comunità attraverso l’educazione formale e informale, attraverso paesi e generazioni.
La Giornata Internazionale della Pace è sempre stata un momento per deporre le armi e osservare il cessate il fuoco. Ora deve essere anche il momento in cui le persone possano vedere l’umanità degli altri. La nostra sopravvivenza come comunità globale dipende da questo.