Alla luce dei gravi fatti accaduti sabato 30 settembre 2023 all’ombra della Torre Bianca di Castel Grande a Bellinzona, condividiamo con Voi le parole della nostra Vicepresidente Elisabetta Ghini: «Colpire i Castelli di Bellinzona non è difficile. Non è mai difficile colpire un simbolo, proprio perché non può reagire. Ma colpire un simbolo è un’azione boomerang: colpisci e rimani infangato. Infanghi le tue radici, il tuo stesso esistere nello spazio e nel tempo. Che cosa simboleggia Castel Grande? Cosa simboleggiano i Castelli? Cosa vuol dire per il sito di Bellinzona la dicitura “da Chiusa delle Alpi a Patrimonio dell’Umanità”? Significa che tutto il vissuto, tutte le vicende, tutto il valore sociale, artistico e storico dei Castelli, non appartiene solo a Bellinzona e ai suoi abitanti, ma va visto in un contesto più ampio, un contesto che raccoglie la creatività, la bellezza e la coscienza di un popolo e di una civiltà intera. Così ogni popolo e ogni cultura hanno espresso in modo particolare il genio e la creatività, lasciando testimonianze concrete sotto forma di monumenti e opere d’arte. Tutte le Culture, senza eccezioni, hanno fatto questo. Tutte le Culture sono sullo stesso piano. Nel pomeriggio di sabato 30 settembre 2023, il gruppo di estrema destra Junge Tat, con un’azione velocissima e repentina, ha affisso sulla Torre Bianca di Castel Grande uno striscione che inneggiava al rimpatrio forzato dei migranti. La lotta contro il razzismo è iscritta nell’atto costitutivo dell’UNESCO. Non è solo un corollario dei Diritti Umani, è una vera denuncia: “..l’UNESCO deplora l’ignoranza e il pregiudizio, deplora il dogma dell’ineguaglianza delle razze e degli uomini…” Sono parole gravi perché gravoso è il problema. È grave che molte donne e molti uomini siano discriminati. È grave che la guerra sia ancora un’opzione politica, utilizzata per “risolvere” i problemi, mentre crea profughi e sofferenza. È grave che le relazioni tra le etnie si collochino sempre più sotto il segno della competizione e siano tema di conflitto. È grave che il clima di incertezza, dovuto alla globalizzazione, spinga a cercare dei capri espiatori, proprio nei migranti. È grave che l’ostilità nei confronti degli immigrati venga giustificata invocando differenze culturali insormontabili. L’obiettivo che l’UNESCO ha sempre perseguito è quello di superare gli ostacoli alla conoscenza dell’altro, perché la storia dell’Umanità è fatta di interazioni e non esiste una popolazione, un’entità o una “razza superiore”. Ogni Cultura è frutto del dialogo. Così l’UNESCO si batte contro il razzismo e mette l’accento sui legami culturali e spirituali esistenti tra i popoli. Il gesto di sabato 30 settembre a Castel Grande è un gesto triste, un gesto frutto dell’ignoranza. La violenza mostra sempre l’ignoranza, la debolezza e la paura. Al contrario il dialogo e la nonviolenza sono “antiche come le montagne”. Così diceva il Mahatma Gandhi. Così dice l’UNESCO».